La Valpolicella

Appassimento uve per l'Amarone del La Valpolicella

di Davide Spataro


La Valpolicella, un territorio di antiche tradizioni che si adagia tra il lago di Garda a ovest, le Prealpi a Nord, e la citta di Verona e l’Adige a sud est.  Un’area collinare che gode del mite clima lacustre e che viene protetta dai venti freddi dai Monti Lessini, caratterizzata da terreni antichi ricchi di fossili marini e pregiati calcari. Un habitat ideale per coltivare la vite, fin dall’epoca romana.

I baluardi vitivinicoli di questa terra sono essenzialmente tre: il Recioto, l’Amarone e il Valpolicella

Il primo è il più antico dei vini che si ottiene dagli autoctoni Corvina, Corvinone e Rondinella tre varietà a bacca rossa, alla base della maggior parte dei vini della zona. Il nome deriva dal dialetto “recie” (orecchie) che sono le ali dei grappoli che si selezionano per l’appassimento. Il Recioto infatti si produce in inverno, intorno a gennaio quando gli acini si presentano sulla pianta disidratati e carichi di residuo zuccherino. Il risultato è un rosso dolce, morbido e di grande persistenza.

La leggenda vuole che una botte di Recioto sia stata dimenticata in cantina. In primavera con l’innalzamento delle temperature, i lieviti residui hanno trasformato gli zuccheri in alcool, con il risultato di un vino a doppia fermentazione e completamente secco. Ecco la nascita dell’Amarone.

Un vino unico al mondo che stupisce per la sua complessità, potenza e ricchezza gusto-olfattiva. Il suo potenziale d’invecchiamento è sbalorditivo. Apprezzato e rispettato in tutto il modo, l’Amarone può apparire come un vino da “meditazione” poco adatto all’abbinamento culinario. In realtà è un vino dalle mille sfaccettature che soprattutto nel territorio veronese viene utilizzato per esaltare brasati, stracotti e piatti di carne della tradizione. Da provare anche con il cioccolato fondente.

Il Valpolicella è invece il rosso più diffuso, anche con la denominazione “Superiore” (che significa invecchiato un anno in più rispetto al disciplinare della versione “Classico”). E’ un vino che si ottiene dai vitigni Corvina, Rondinella e Molinara ed è un rosso pieno, succoso e di grande bevibilità. A tavola è un alleato formidabile grazie alla sua freschezza, immediatezza di gusto che rimanda alla ciliegia (molto presente in queste valli), la prugna, la viola, il pepe nero e spesso dal finale ammandorlato.

La versione “Ripasso” implica un passaggio del Valpolicella con le vinacce dell’Amarone per almeno 15-20 giorni che conferisce al vino maggiore alcolicità, struttura e intensità senza però intaccarne lo spirito di grande morbidezza.

Le cantine che operano tra i comuni Negrar, San Pietro in Cerano, Sant’Ambrogio, Fumane, Sant’Anna d’Alfaedo e Pescantina raccontano storie di grande passione e dedizione per la terra e il rispetto della tradizione, tipiche della cultura veneta.

La richiesta crescente di Amarone all’estero e in generale di Valpolicella sta spingendo le cantine più affermate a diventare dei veri e propri punti di riferimento dell’enologia italiana. Visti i risultati, che non hanno intaccato minimamente la qualità, non possiamo che esserne fieri.

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